Scrigni di roccia nera e pianeti di natura smeraldo
Qualcosa di simile alla pura Poesia chiude il nostro viaggio in Vietnam.
Tento invano di dare un nome a quello che provo, a riordinare il turbinio di Emozioni che mi esplodono dentro lucidandomi gli occhi, mentre i remi accarezzano l’acqua polposa, e la barca scivola sul fiume deserto e muto che scorre tra le grotte di Tam Coc.
Piccoli, noi, circondati da montagne di roccia vestite di foglie.
Mai abbastanza forte, la Natura. Ha qualcosa di nuovo da offrire, rigogliosa e immensa, com’è.
Tronchi imponenti fino a bucare il cielo, foglie sgargianti a colorare l’orizzonte di ogni sfumatura di verde e di giallo, fiori maestosi come opere d’arte.
Qui, la Natura nasconde un segreto. Custodisce grotte incantate.
Ecco che, tra le rocce, si apre un pertugio. Un ingresso minuscolo oltre il quale è solo buio. Uno scrigno segreto, fresco e umido e muto.
Irrefrenabile, la curiosità, travolgente, il fascino.
La canoa scorre morbidamente nel silenzio di queste grotte. Nell’incanto sconosciuto di Tam Coc.
Siamo nell’anima di queste montagne.
Senza parole, la Meraviglia.
Gli occhi s’abituano al buio.
Scorgono appena il volo di un pipistrello.
S’incantano, a ogni metro in più.
Si fa piccolo il corpo, tra gli spazi angusti di caverne dove l’uomo è solo ospite.
D’improvviso, la Natura si spalanca di nuovo.
Esplode di lussuria, vestita a festa, ricoperta di verde.
Tra rocce e liane, i raggi di un sole violento infiammano lo smeraldo dei Tropici.
Il fiato viene meno, e le lacrime bagnano il viso, la fronte e i capelli, di fronte alla Potenza senza replica della natura. Sovrana come mai vista prima.
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