Islanda, faglia ardente e fulmine gelido tra il Cielo e la Terra
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Si è rotto il Cielo plumbeo di nuvole azzurre.
S’illumina la Terra di sterile sabbia nera.
Fulmine tra nubi cerulee e lava corvina. Faglia tra il Cielo e la Terra.
Sotto forma di tiepidi raggi, filtra l’UltraTerreno.
Si riflette tra le onde timide di un basso mare pezzato, specchio di ghiaccio dalla risacca violenta.
Si infrange sulle cime taglienti di ghiacciai sconfinati, guanciali candidi dagli aculei pungenti.
S’incontrano, il Cielo e la Terra – Empireo e Trascendente – per mezzo di una crepa ardente che magnetizza come pietra grezza dalle infinite sfaccettature cangianti.
L’anima è calma.
Silenzio in ogni angolo, sfumato da un fiato gelido e muto.
S’affrettano, le maschere livide a serrare il pertugio sul firmamento. Il Vento le aiuta.
Si ritirano i raggi dorati.
Si paralizza la neve, soffice oltre la vetta.
Si spegne il mare costantemente in tempesta.
Non v’è spazio per l’uomo, Oltre il Cielo fatto di Nuvole.
Già vede troppo. Di un Pianeta che non può essere Terra.
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