Londra, Gatwick bloccato dal pericolo
Dopo anni di viaggi, capita che qualcosa vada storto. Che qualcosa annebbi il cielo e spenga l’entusiasmo. Capita la sera prima di partire, quando accendi la tv mentre stai facendo le valigie e l’orrore sconvolge la mente. Capita all’indomani dell’evento che ha squartato la Francia e l’Europa, nell’11 settembre di questa parte del mondo.
Capita, e già l’umore non è quello giusto, e la leggerezza si fa pesante di scorci e d’immagini.
Capita. Ma la sveglia è già puntata alle 4 e il volo è gia da tempo fissato alle 7 di un sabato di metà novembre.
Eppure, la pancia fa male e il sonno non è fatto di sogni, in questa notte prima della partenza.
La macchina parte, procede lenta e sola, mentre falcia il buio denso e taglia la nebbia fitta di un’alba che ancora dorme.
L’aeroporto fuorimoda rende malinconica una mente delicata e sensibile dagli eventi che riempiono le testate dei giornali.
Un caffè nel silenzio del sonno e dei pensieri.
E si parte.
Nel basso cielo luminoso e ceruleo, l’aereo cammina piano sull’asfalto umido di rugiada urbana. Ma il decollo di mezz’ora in ritardo appesantisce le emozioni e complica le sensazioni.
Eppure si parte.
Due ore di volo e l’immigrazione è già fatta.
Londra per poche ore. Un breve scalo già previsto per raggiungere l’attesa Islanda, e l’umore già torna a salire.
Ma qualcosa va storto.
Un incidente al Terminal Nord sospende tutti i voli e ci blocca in aeroporto senza informazioni aggiuntive. Solo, le notizie frugalmente cercate dalla connessione di un cellulare a singhiozzo e la consapevolezza di un vano rimborso dalla compagnia di volo.
La pancia torna a fare male e i sogni si eclissano ancora.
Eppure, capita. Dopo anni di viaggi. All’indomani dell’evento che ha squartato la Francia e l’Europa.
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